lunedì 30 marzo 2009

Social card: "via crucis" dei pensionati

La Pasqua deve ancora arrivare ma la “Via Crucis” per tanti pensionati anche nella nostra provincia di Catanzaro è iniziata da molto prima… Non portano la croce sulle spalle ma la “social card”… Una indecenza per centinaia di migliaia di pensionati (con la crisi hanno bisogno anche di un centesimo visto le misere pensioni) che sono stati sottoposti ad un vero calvario... “Quattordici stazioni”: la via per condurre i pensionati dal pretorio di Pilato al sepolcro… La prima stazione inizia da un Caaf o patronato per essere informati, da cui poi tornano con la documentazione necessaria per il rilascio dell’ ISEE. Se tutto è a posto e non ricevono qualche brutta sorpresa, in tanti casi per pochi centesimi non spetta la card, con la documentazione in mano i malcapitati pensionati si recano, per presentarla, in fila, alle poste. Dopo queste prime “stazioni” c’è un periodo di “attese”… La prima quando l'Inps raccoglie le domande per accertare i requisiti (non sempre a buon fine); la seconda attesa dopo l’invio della card perché deve arrivare dal Ministro delle finanze il Pin: il codice numerico che consente l'uso di dispositivi elettronici solo a chi ne è a conoscenza. I giorni passano ma il “famoso” codice a tanti non arriva. A questo punto c’è un percorso “obbligato”: altre tre “stazioni” dall’INPS alle poste e dalle poste all’INPS (il balletto) per apprendere, in molti casi, che il pin non arriva perché la card, dagli accertamenti, non spetta… Rabbia e mortificazione. Ma per i “fortunati” ancora le “stazioni” non sono finite perché, ricevuto il Pin, finalmente si recano a fare la spesa e a riempire i carrelli, ma, con dispiacere, vergogna e umiliazione in tanti sono costretti a rimettere tutto a posto, negli scaffali, perché la famosa social card, sventolata come una bandiera da Tremonti, è vuota…
Solo una mente diabolica poteva concepire una tortuosa e complicata trafila per ricevere l’elemosina di 40 Euro al mese che, in tempo di crisi, nessuno disprezza…
Ma non era più semplice inviare questi “spicci” tramite la pensione evitando, tra l’altro, un costo enorme? La social card, infatti, non è a costo zero perché i cittadini con le loro tasse devono pagare la produzione fisica della tessera, la percentuale per l’esercente, la ricarica e le lettere inviate, circa 15 milioni di euro… Uno spreco enorme di risorse ed un intasamento degli uffici dell’INPS e delle Poste, i cui impiegati, per smaltire le file, hanno dovuto arrampicarsi sugli specchi per dare risposte a volte, inconcludenti… La cosa più triste di questa vicenda è che sono stati umiliati i più disagiati, i poveri, gli ultimi della scala sociale… Una quaresima obbligata, digiuno e penitenza, che secondo la chiesa cattolica inizia 40 giorni prima della Pasqua, ma, che, per i pensionati italiani, e anche per tanti calabresi, è iniziata nel mese di dicembre dell’anno scorso…

Piero Mascaro
Segretario Provinciale

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