mercoledì 14 ottobre 2009

DOCUMENTO POLITICO SULLE ELEZIONI REGIONALI 2010 APPROVATO ALL’UNANIMITA' DAL COMITATO POLITICO FEDERALE DEL 12 OTTOBRE 2009

La linea politica che ha portato nel 2005 all’alleanza in Calabria con il centro sinistra, registra oggi, con le conseguenze disastrose delle politiche del governo Loiero, il più totale fallimento. Le giunte Loiero sono state, infatti, deludenti su tutti i terreni.
Prioritariamente va detto che non vi è stata in questi anni di governo di centro sinistra una netta rottura con le pratiche di potere del centro destra e degli uomini che quel potere incarnavano, anzi vi è stata semplicemente continuità; per cui i cosiddetti “poteri forti” contano come e più di prima. Le speranze e la fiducia riposte allora dai calabresi nel centro sinistra, le istanze di rinnovamento che provenivano dalla società sono state, nella realtà, tradite.
Proprio per questo è più che mai necessaria una forte rottura e una netta discontinuità con le pratiche clientelari e feudali perpetuate da questa Giunta regionale e da questa maggioranza; cosa che può avvenire solo con lo stravolgimento di questo vero e proprio sistema.
Riteniamo che non ci possa essere vera lotta all’illegalità, ai poteri criminali delle massonerie e delle mafie, al clientelismo, al moderno trasformismo, all’uso privato delle istituzioni, delle risorse pubbliche, dei beni comuni, se non c’è un radicale cambiamento nella cultura e nella pratica dell’azione politica.
Già tali motivazioni renderebbero improponibile una seconda candidatura di Loiero, ma se ciò non bastasse, guardiamo gli indicatori socio-economici che segnalano un forte aggravamento delle condizioni sociali e di vita della popolazione calabrese, conseguenza non solo della fase di recessione mondiale dell’economia, ma anche delle peculiarità ambientali della Calabria. L’andamento della spesa corrente, negli ultimi anni, dell’Ente Regione registra un aumento, mentre quella per investimenti si riduce sensibilmente. L’incapacità di spesa relativa al POR è cosa oramai conclamata, mentre il PIL pro capite rimane il più basso d’Italia. In compenso il PIL che produce la ‘ndrangheta è di 22.000 € per abitante all’anno. Si stima che nel 2007 la ‘ndrangheta abbia mosso un giro d’affari pari a 44 miliardi di €, il 2,9 % dell’intero PIL nazionale e sembra detenere circa l’80% dell’economia! Il primo rapporto SVIMEZ sulla Calabria, evidenzia, oltre alla responsabilità primaria del governo, l’ incapacità del quadro politico regionale di affrontare e risolvere le questioni vere dell’arretratezza storica della nostra Regione. Con 320 mila persone partite nel 2007, è ripresa la migrazione biblica dei calabresi, per la maggior parte giovani diplomati e laureati, che denuncia il più grande delitto che si possa commettere nei confronti della Calabria: spendere risorse, soprattutto delle famiglie, per farne dei professionisti e poi mandarli via. Tre quarti dei giovani calabresi sono disoccupati ( la percentuale più alta d’Italia!), con una forte discriminazione per il lavoro femminile; un occupato su tre lavora in nero; i morti sul lavoro aumentano (un dato in contro tendenza rispetto al dato nazionale); il reddito medio pro-capite è uno dei più bassi d’Italia; quasi il 40% della popolazione vive sotto la soglia di povertà; 254mila nuclei familiari sono “disagiati”. In questo quadro è evidente che è totalmente insufficiente la politica sociale ed è quasi inesistente la politica per il lavoro!
Da sempre in Calabria la debolezza del tessuto economico e sociale, la scarsa presenza di presidi civili, di luoghi pubblici da utilizzare per la convivenza e una migliore qualità della vita, per la crescita culturale e umana, hanno focalizzato l’interesse di tutti verso la politica come unico territorio capace di assorbire bisogni e aspirazioni, ambizioni, interessi, desideri di promozione sociale, di arricchimento personale.
La conquista del consenso, il modo di essere nelle istituzioni, l’azione di governo, anche quando non direttamente intrecciati agli interessi criminali, non hanno segnato una linea di demarcazione netta dal momento che obiettivi, pratiche, comportamenti non sono stati finalizzati al benessere collettivo, alla salvaguardia dei diritti di tutti, al superamento delle condizioni di povertà, di arretratezza, di degrado culturale ed ambientale, ed, infine, alla valorizzazione delle risorse naturali e paesistiche. Il degrado, sociale e civile, dovuto alla precarizzazione complessiva del mercato del lavoro, alla distruzione dello stato sociale, alle politiche dissennate in materia di rifiuti, di acque e di energia, ha amplificato la negatività del governo calabrese.
In questo contesto, in nessun modo ha giovato alla Calabria il rientro del nostro partito nella maggioranza e nella giunta, che, anzi, in assenza di una politica di reale cambiamento, è stato risucchiato nella logica di sistema, perdendo l’unità interna e la credibilità esterna.
Anche sul versante della programmazione dei fondi strutturali, il nostro giudizio non può che rimanere negativo sia rispetto ai contenuti che al metodo: la cosiddetta nuova programmazione, pressoché identica a quella precedente, non disegna un nuovo modello economico e sociale, non introduce alcun meccanismo trasparente nella gestione e nell’erogazione della spesa.
L’agricoltura calabrese con la riforma della PAC e con la scellerata gestione da parte della Regione Calabria dei finanziamenti di Agenda 2000, è oramai al collasso e oggi non si vede nella nuova programmazione una inversione di tendenza.
Relativamente alla situazione scolastica, in assenza totale di una politica pensata per la “collettività”, provvedimenti indirizzati a pochi, quali i voucher individuali, le borse di studio per viaggi e campi scuola, non hanno minimamente alleviato i disastri provocati dai tagli e dal dimensionamento scolastico, che hanno aggravato ulteriormente il problema del precariato.
Sul versante della sanità, la cui terribile situazione è quotidianamente sotto gli occhi di tutti, vanificati di fatto gli effetti dell’inchiesta della Magistratura, denominata “Onorata Sanità”, che ci aveva fatto illudere sulla possibilità di cambiamento e di rottura con gli assetti di potere, si confermava che la sanità calabrese è stata sempre utilizzata come strumento per costruire fortune, elettorali e finanziarie, carriere personali e come crocevia per edificare quel “sistema Calabria” nel quale si incontrano e si intrecciano la politica, la ‘ndrangheta, la massoneria, pezzi delle istituzioni, la burocrazia regionale e l’impresa: nella nostra regione, “questione morale” e “questione criminale” si fondono e divengono un’unica questione che consente l’affondamento delle navi dei veleni e la distribuzione dei rifiuti tossici nel territorio di Crotone, determinando di fatto una vera e propria crisi di civiltà.
All’esorbitante debito consolidato che ammonta a oltre 2 miliardi di €uro, non è corrisposto un miglioramento della qualità del servizio sanitario pubblico. Lunghe rimangono le liste d’attesa ed i cosiddetti viaggi della speranza. Negli ospedali si continua a morire. Delle proposte da noi avanzate per il nuovo piano sanitario regionale non vi e’ alcuna traccia.
Nel 2007 sono state aumentate le rette per le case di cura private del 15% e nel 2008 con la legge finanziaria ed il relativo bilancio sono state aumentate di un ulteriore 5%, con il voto favorevole anche dei rappresentanti del PRC. Il 18 luglio 2008 è stata promulgata la legge sulle autorizzazioni e gli accreditamenti che abbassa di molto i requisiti di qualità.
Parimenti, attraverso scelte politiche scellerate quali l’introduzione dei ticket, il ridisegno di un piano di rapporti con i privati, viene penalizzata l’offerta dei servizi sanitari pubblici e, di conseguenza, il diritto alla salute. Questo non lo accetteremo mai! Abbiamo sempre lottato e dobbiamo continuare a farlo, contro chi ha considerato e, conseguentemente, utilizzato la sanità come luogo di arricchimento, di clientela e di carriere personali, politiche e professionali.
In campo energetico ed ambientale le scelte compiute dimostrano che la Calabria viene ancora intesa come “terra di nessuno”, gestita da una classe politica non in grado di valorizzarne le risorse, che, anzi, deturpa e svilisce, in nome di uno pseudo-sviluppo, che nella realtà, si allontana sempre di più.
Ultima vergogna, la legge regionale: “Norme per lo svolgimento di elezioni primarie per la selezione di candidati alla elezione di presidente della giunta regionale”, la cui incostituzionalità è stata richiesta persino dal governo! Voluta fortemente dal duo Loiero-Bova, sarebbe stata un vero attentato alla democrazia, perché avrebbe negato il diritto alla segretezza del voto.
Noi continuiamo a sostenere che la coalizione di centro-sinistra, su cui già pesava l’eredità negativa del precedente governo di centro-destra, ha fallito, perché è venuta meno ai programmi e non ha segnato alcuna discontinuità. Chi ha la responsabilità del fallimento del centro-sinistra va superato; bisogna voltare pagina per dare una nuova speranza di cambiamento ai calabresi.
Per questo, da comunisti, ci rivolgiamo alle donne ed agli uomini del centro sinistra, alle lavoratrici ed ai lavoratori, organizzati e non, affinché, nei partiti, nel sindacato, nelle associazioni, nei movimenti, operino sinergicamente, per dare alla Calabria una vera prospettiva di sviluppo economico e sociale.

3 commenti:

  1. bravi compagne e compagni di Cz
    speriamo qualcuno vi ascolti

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  2. Il fallimento di Loiero è sotto gli occhi di tutti, e lo è ancora di più il fallimento della nostra presenza in Giunta.
    Concordo con le linee del Comitato federale, ma aggiungerei che forse è il caso di costruire una lista anticapitalista/comunista alternativa al centro-sinistra e alla destra ...
    ... altrimenti ci rimane, anche se non esprime contenuti di sinistra, sostenere Callipo, quantomeno per una battaglia di legalità.

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  3. non mi pare che rifondazione calabria sia tutta compatta su una linea di netta discontinuità con la giunta loiero.
    non mi pare che nei territori le associazioni e i comitati siano affiancati e supportati dai locali circoli di rifondazione, anzi, spesso, troppo spesso, mi pare, che il partito sia ancora vittima dei vecchi giochini da PARTITINO da I repubblica.
    compagni attenzione, leggiamo il dato, liste civiche locali formate da ex compagni di partito spesso superano rifondazione (in tutte le sue forme)
    il partito regge invece, a volte si supera, a livello europeo, sul voto puramente politico, non clienterale.... (cosa che non acade a livello nazionale)
    l'idea vince, il simbolo è supportato, ma a livello locale scompariamo.
    guardiamo le vicende ambientali nei territori...
    attenzione non vorrei ridurmi a scheda bianca
    se voto bianca io.....
    posizioni nette e dialogo (alleanze?) con chi LAVORA nei territori
    altrimenti ciao ciao falce e martello dalle locali amministrazioni (non ovunque... ma quasi)

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